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16 aprile 2011 6 16 /04 /aprile /2011 22:43

.   Il Muro

e le Rose

 

   Dalla mia finestra
uno scorcio di muro scorgo,
simile ad un viso dalla vecchiaia avvizzito.
Oh, muro, flagellato dal vento, dalla pioggia,
dai fiocchi di neve punteggiato,
mio amico sei divenuto!
Con filo sottile di seta
i sogni dolci della mia fantasia ricamo
e la soffice trina, su di te, depongo
con una carezza.
Nelle serene notti in un bagno d'argento
la luna pietosa t'immerge
e le stelle, ignoti mondi
nello spazio infinito disseminati,
sopra alle sconnesse pietre
un riverbero del loro fulgore posano.
Sulla scopa volante in groppa
la fiabesca strega coll'adunche dita
ti saluta,
e la fata gentile con un tenue azzurro velo
ti lambisce,
1o gnomo burlone
col suo cappuccio a cono
incappucciarti vorrebbe.
Puntuale all'annuale appuntamento
11 roseto sbocciante
le tue ferite con amore copre.
Non opulente rose, ma profumate ,
di rosso vivo imbellettate, -:
paiono bocche avide in cerca
d'un appassionato bacio.
I loro boccioli schiudono ai raggi del sole
con l'irrompente bramosia

di luce, di calore.
D i rose un tralcio
sul davanzale della finestra mia
si è arrampicato
come un affettuoso abbraccio,
l'amico muro l'ha inviato
della mia tristezza, conscio.
Si pavoneggia un uccellino
sopra ad un bocciolo di rosa
e si dondola, come in una minima altalena.
Sorride i l muro al cinguettìo del passero
di nascosto le sue crepe allargando,
per paura non fargli.
I l tempo fugge
ma nell'olezzante messe
ora gioisci di quegli attimi,
dell'odoroso abito,
della gioventù rinnovata.
Quando le rose sfioriranno
a te lasceranno le frastagliate foglie,
anche se ingiallite,
qualche spina che non t i scalfisce,
per sussurrarti che ritorneranno.
Oh, mio viso da solchi segnato,
nell'oscillante specchio del tempo
ondeggia la tua immagine,
carne dal dolore macerata,
nella rassegnazione, chinati!
Rotolano i giorni
nell'incessante ritmo
verso la china che non s'arresta.
Niuna promessa, né veste odorosa,
né la giovinezza rinnovata,
come l'amico muro
potranno adornarmi.
I rossi petali di quel tralcio
a me giunto,
quando nella sfioritura cadranno,
io l i raccoglierò.
Comporrò una sottile treccia
per i l mio cuore avvolgere
con geloso celato pudore.
E così ogni ricordo,
ogni lacrima e sorriso,
ogni dolore e gioia
in un vellutato scrigno,
custoditi saranno. 

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Grazie, amico muro,
dei versi modesti che mi hai suggerito.

 

 

 

Bologna

   e i portici

      

Occhieggianti file di portici
che si snodano.
In centro folla vociante, in tumulto,
calmi silenzi in periferia.
I l sole di sbieco entra
negli incavi, con una carezza furtiva,
e la pioggia dal vento portata
li sferza un poco, a malincuore.
Simili a frati incappucciati
nella quiete periferica,
coi calzari di cemento
s'arrampicano fino al Colle
dove la Madonnina vigila.
Coppie d'innamorati
teneramente allacciati,
sagome d'infermità disperate,
qualche randagio cane
di protezione in cerca,
processioni invocanti
verso il Colle, vanno.
Bologna il tuo passato vive
nei palazzi vetusti,
nelle mirabili Chiese,
nell'Università rinomata,
dove la medicina il suo vessillo innalza.
Bologna turrita città
provinciale e mondana,
di nobiltà occulta, obliata,
generosa quando doni,
d'amore colma per le tue donne,
violenta, crudele per un affronto,
per un'inaspettata provocazione.
Non ti dimentica il forestiero
coi tuoi portici,
anche così piccola,
in confronto alle lussuose metropoli,
dove in maggior profusione
l'agguato, la frode,
i crimini, gli scandali s'alternano.
Nella forzata immobilità
mia cara città,
rivederti non posso!
Sul palmo del e mani
il mio volto chino
con accorata nostalgia,
cosi ti penso.

 

Da "Il Muro e le Rose"   di  Bianca Pavin

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