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12 febbraio 2013 2 12 /02 /febbraio /2013 18:07

 

TRAMONTO

 

L'ultimo raggio del sole
che declina
di rosso vivo,
si tinge.
Sulla tavolozza
della natura
un esperto pittore,
i l suo pennello
intinge,
e con insuperabile arte,
ogni contorno,
di luce, d'ombra
accarezza.
Dei passeri,
il lieto cinguettìo
si sparge,
come un richiamo.
Amici, amiche
sembrano,
che sul pianerottolo,
della casa propria,
i loro segreti
si confidano
e con allegria,
si salutano.
Nella stanza mia,
lentamente l'oscurità
s'addensa.
Ma c'è ancora
di tenue bagliore
un brivido,
che lo sguardo
percepisce.
In quel palpito
di chiarore
m'adagio,
come in una nenia
riposante,
per ogni sogno,
ogni desìo,
con dolce ritmo,
cullare.
Una curiosa falce di luna
s'affaccia
e la prima stella s'accende.
Le gelide luci del neon
sulla città,
incombono,
e ogni poetica suggestione
distruggono.
Ma nell'animo di coloro
che la poesia
coltivano,
la sua armoniosa beltà
intatta sarà,
perennemente.
A i sommi Poeti,
d'un tempo lontano,
nei tramonti
nelle quiete albe
che si susseguono,
la mia fronte,
chino, riverente.

 

 

Dal volume  "Il Muro e le Rose" di Bianca Pavin  

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2 giugno 2011 4 02 /06 /giugno /2011 21:23

 nostalgia

 

Il sole tramonta laggiù sul mare
tornan le barche cullate dall'onda,
ed un desir, prepotente d'amare,
m'avvince il cor, con nostalgia profonda.
Coi mesti rintocchi una campana
saluta già le ombre della sera.
Sorge, dal mar, una voce lontana,
pare che mormori una preghiera.
E' notte! La luna splende nel cielo
candida, pura, nel mar s'è specchiata.
Penso ad un serico velo
di sposa, e ad una coltre profumata.
Trascorron lentamente le ore
e la nostalgia piano mi culla;
i ricordi di quell'amore
si lacerano svanendo nel nulla.
E' l'alba! Si sbiancano le stelle,
del mare, è calmo il suo respiro.
Avvolgo le ansie mie più belle
e trattengo un lungo sospiro.
Il cielo s'è vestito di rosa,
si libra nel volo un gabbiano
che richiudendo le ali si posa
sopra un irto scoglio lontano.
Vorrei nel sonno trovar l'oblio
senza brandelli di sogno cercare.
Per dare gioia al cuore mio
e sentir solo la voce del mare.

  Dalla raccolta di poesie "Luci Vaganti" di BIANCA PAVIN

 

 

 

CAMPANE

 

  Campane,
bronzi dal profondo
suono.
I loro rintocchi
saltellanti gioiosi
allegri,
per una nascita
un matrimonio
solenni festosità annunciano.
Si mutano
lenti, tristi
con una voluta pausa
per un funerale.
Quale differenza
dalle strazianti urla,
come grida di dolore
d'angoscia,
delle sirene
che quasi vogliono
brutalmente esprimere
disgrazie, lutto.
Della polizia
il suono delle sirene
più acute
più stridenti si fanno
a caccia d'assassini
e di ladri.
Campane di città
di piccoli paesi
nelle verdi erbose valli
sparsi,
negli alti monti
con gli aguzzi campanili.
La pura poesia siete
dai veleni della moderna civiltà
non contaminata.
Simili siete
ad una dolce favola,
al nipotino
da un canuto vecchio
raccontata,
accanto alla allegra fiamma
d'un accogliente focolare.
Campane,
tutte a distesa suonate
per risvegliare
la speranza assopita
di giustizia di pace e concordia
e ridonarla
a tutte le genti
del piccolo
squallido 
desolato
tormentato
nostro mondo

 

 

Dalla raccolta di poesie"Riverbero di Stelle"

 

 

 

 

 

 

 

 

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16 aprile 2011 6 16 /04 /aprile /2011 22:43

.   Il Muro

e le Rose

 

   Dalla mia finestra
uno scorcio di muro scorgo,
simile ad un viso dalla vecchiaia avvizzito.
Oh, muro, flagellato dal vento, dalla pioggia,
dai fiocchi di neve punteggiato,
mio amico sei divenuto!
Con filo sottile di seta
i sogni dolci della mia fantasia ricamo
e la soffice trina, su di te, depongo
con una carezza.
Nelle serene notti in un bagno d'argento
la luna pietosa t'immerge
e le stelle, ignoti mondi
nello spazio infinito disseminati,
sopra alle sconnesse pietre
un riverbero del loro fulgore posano.
Sulla scopa volante in groppa
la fiabesca strega coll'adunche dita
ti saluta,
e la fata gentile con un tenue azzurro velo
ti lambisce,
1o gnomo burlone
col suo cappuccio a cono
incappucciarti vorrebbe.
Puntuale all'annuale appuntamento
11 roseto sbocciante
le tue ferite con amore copre.
Non opulente rose, ma profumate ,
di rosso vivo imbellettate, -:
paiono bocche avide in cerca
d'un appassionato bacio.
I loro boccioli schiudono ai raggi del sole
con l'irrompente bramosia

di luce, di calore.
D i rose un tralcio
sul davanzale della finestra mia
si è arrampicato
come un affettuoso abbraccio,
l'amico muro l'ha inviato
della mia tristezza, conscio.
Si pavoneggia un uccellino
sopra ad un bocciolo di rosa
e si dondola, come in una minima altalena.
Sorride i l muro al cinguettìo del passero
di nascosto le sue crepe allargando,
per paura non fargli.
I l tempo fugge
ma nell'olezzante messe
ora gioisci di quegli attimi,
dell'odoroso abito,
della gioventù rinnovata.
Quando le rose sfioriranno
a te lasceranno le frastagliate foglie,
anche se ingiallite,
qualche spina che non t i scalfisce,
per sussurrarti che ritorneranno.
Oh, mio viso da solchi segnato,
nell'oscillante specchio del tempo
ondeggia la tua immagine,
carne dal dolore macerata,
nella rassegnazione, chinati!
Rotolano i giorni
nell'incessante ritmo
verso la china che non s'arresta.
Niuna promessa, né veste odorosa,
né la giovinezza rinnovata,
come l'amico muro
potranno adornarmi.
I rossi petali di quel tralcio
a me giunto,
quando nella sfioritura cadranno,
io l i raccoglierò.
Comporrò una sottile treccia
per i l mio cuore avvolgere
con geloso celato pudore.
E così ogni ricordo,
ogni lacrima e sorriso,
ogni dolore e gioia
in un vellutato scrigno,
custoditi saranno. 

  - - - - - - - - - - - - - - - - -

Grazie, amico muro,
dei versi modesti che mi hai suggerito.

 

 

 

Bologna

   e i portici

      

Occhieggianti file di portici
che si snodano.
In centro folla vociante, in tumulto,
calmi silenzi in periferia.
I l sole di sbieco entra
negli incavi, con una carezza furtiva,
e la pioggia dal vento portata
li sferza un poco, a malincuore.
Simili a frati incappucciati
nella quiete periferica,
coi calzari di cemento
s'arrampicano fino al Colle
dove la Madonnina vigila.
Coppie d'innamorati
teneramente allacciati,
sagome d'infermità disperate,
qualche randagio cane
di protezione in cerca,
processioni invocanti
verso il Colle, vanno.
Bologna il tuo passato vive
nei palazzi vetusti,
nelle mirabili Chiese,
nell'Università rinomata,
dove la medicina il suo vessillo innalza.
Bologna turrita città
provinciale e mondana,
di nobiltà occulta, obliata,
generosa quando doni,
d'amore colma per le tue donne,
violenta, crudele per un affronto,
per un'inaspettata provocazione.
Non ti dimentica il forestiero
coi tuoi portici,
anche così piccola,
in confronto alle lussuose metropoli,
dove in maggior profusione
l'agguato, la frode,
i crimini, gli scandali s'alternano.
Nella forzata immobilità
mia cara città,
rivederti non posso!
Sul palmo del e mani
il mio volto chino
con accorata nostalgia,
cosi ti penso.

 

Da "Il Muro e le Rose"   di  Bianca Pavin

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31 gennaio 2011 1 31 /01 /gennaio /2011 16:37

il muro e le rose

 

 

 

DSCI0143-copia-1.JPG
luci vaganti

















(Cliccare "avanti" o " indietro") 

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1 gennaio 2011 6 01 /01 /gennaio /2011 15:38
Questo è il primo articolo del tuo blog. È stato creato automaticamente per aiutarti ad iniziare su overblog. Puoi modificarlo o eliminarlo attraverso la sezione "pubblica" dell'amministrazione del tuo blog.

 

Buon blogging


Tramonto1.jpg

...Così dalle squarciate nuvole
si svolge il sol cadente
e dietro il monte imporpora
il trepido occidente
al pio colono augurio
di più sereno dì.

 

 

(dal "Coro de l'Adelchi" di A. Manzoni)

 

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